Gioventù e diversità a confronto in due film presentati ad Alice della Città. Please Stand By di Ben Lewin e Freak Show di Trudie Styler sono due facce della stessa medaglia, in una società che ti trasforma in reietto appellandosi a una diversità che dovrebbe, invece, renderti speciale.

Billy Bloom e Wendy si somigliano molto di più di quello che sembra. Solare ed eccentrico lui, cupa e silenziosa lei, sono entrambi vittime di una società che non li accetta per quello che sono, che li relega nell’angolo per colpa di una “diversità” che dovrebbe, invece, renderli unici, originali, fuori dal comune. Billy e Wendy sono la voce fuori dal coro in un mondo che ricerca l’omologazione, la creatività che cerca disperatamente una via di espressione e il bisogno di ritagliarsi un posto nel mondo, quello stesso mondo che, tristemente, continua a rifiutarli. Billy e Wendy siamo noi, nessuno escluso, se ci pensate, ed è grazie al loro coraggio se noi esistiamo ed è per loro che non dovremmo mai smettere di lottare.

Billy Bloom e Wendy sono i protagonisti di due film deliziosi, presentati qui ad Alice nella Città, sezione collaterale della Festa del Cinema di Roma.

In Freak Show, Billy Bloom è un adolescente stravagante e sopra le righe con la passione per gli abiti eccentrici e i brillantini fluo. Ha 16 anni, lo sguardo dolce e un animo femminile ingabbiato nel corpo di un uomo. Ma tutto va bene, per Billy, finché può vestirsi come gli pare e restare fedele a se stesso. Vallo a spiegare, però, ai bulletti della sua scuola, digli che Billy è bellissimo così proprio perché deciso di boicottare le convenzioni. Cosa ne capiranno mai, loro, che lo temono così tanto da organizzare una “pestata” collettiva per mandarlo all’altro mondo. Come se bastassero le botte a fermare uno come Billy. Billy è più forte di voi, anche se pesa la metà: perché Billy è orgoglioso e fiero della sua natura e perché non bisogna mai vergognarsi – MAI – di ciò che si ha dentro al proprio cuore.

In Please Stand By, Wendy è una ragazzina autistica in fuga da una casa di cura per realizzare il suo sogno: vincere il concorso indetto dalla Paramount per la migliore sceneggiatura di Star Trek. Wendy ama Star Trek, conosce a memoria ogni battuta. E Wendy ama scrivere, più di qualsiasi altra cosa al mondo. E’ il modo migliore con cui potersi esprimere, quello che la fa sentire più al sicuro. Wendy non ama molto i contatti interpersonali, riesce a malapena a reggere uno sguardo per più di tre secondi, eppure ha una sensibilità fuori dal comune e un talento nel raccontare storie che davvero tutti vorremmo avere. Wendy è speciale e diversa e vorrebbe tanto avere un posto nel mondo, senza doversi per forza preoccupare di quello che la gente penserà mai di lei. D’altronde, come recita la tagline del film, “You can’t blend in when you were born to stand out (Non puoi integrarti se sei nato per emergere)”.

Wendy e Billy si somigliano, anche se sembrano così diversi. Sono entrambi ipersensibili, creativi, introversi, completamente al di fuori di ogni categorizzazione, e anche se questo suona come un pregio, in una società così legata all’apparenza e all’uniformità è una totale penalizzazione.

Come Wendy e Billy, però, è anche Jeff, il protagonista di My Friend Dahmer: tralasciando per un secondo che è del mostro di Milwaukee che si tratta, il personaggio del giovane Jeffrey Dahmer è complesso e profondo almeno quanto Wendy e Billy. Jeff, come loro, è un outsider, un diverso, qualcuno da disprezzare per il suo atteggiamento anticonvenzionale. Una vittima del sistema, insomma (e nel caso di Dahmer il sistema lo ha completamente divorato e vomitato, visto quello che è diventato di lì a poco).

Seppur partendo da direzioni e storie completamente differenti, Wendy, Billy e Jeff rappresentano il sottostrato variegato di una società che muore dalla voglia di rimanere diversa, ma non disprezzata, unica ma mai sola: film come Freak Show, Please Stand By e My Friend Dahmer sono necessari, oggi più di ieri, perchè sono un assordante campanello d’allarme in una società come quella americana (ma oserei dire occidentale), in cui l’apparenza soppianta la personalità e la popolarità si misura per estetica e non per contenuti.

Siamo tutti Wendy, Billy e Jeff e non dovremmo mai vergognarci della nostra “diversità”, perchè come dice Billy Bloom ai suoi compagni “Non saranno i vostri insulti e le vostre percosse a dirmi come devo indossare la mia corona”.

La locandina di Freak Show:

La locandina di Please Stand By: