Romacinemafest 2017: NYsferatu di Andrea Mastrovito
Il regista e artista italiano, naturalizzato statunitense, Andrea Mastrovito porta il capolavoro espressionista di Murnau dai Carpazi alla Siria dei giorni nostri, passando per New York.
Onestamente chiamare NYsferatu- Symphony of a Century solamente un film sarebbe forse riduttivo. L’opera ricrea, attraverso 35.000 disegni realizzati a mano da un team di 12 assistenti, il film Nosferatu del 1922, adattandolo alle tematiche più calde dei giorni nostri: l’immigrazione, la paura del diverso e la guerra.
L’opera di Murnau è tratta, sebbene non dichiaratamente, dal romanzo di Bram Stoker Dracula. Il romanzo dello scrittore irlandese, e lo stesso Nosferatu, trattavano già gli stessi temi, associando la figura del vampiro succhiasangue, noto già in germania dalla fine del medioevo, al proprietario terriero, all’esattore delle tasse. Il conte Orlok diventa quindi l’ombra di tutti i tiranni.
Ma l’opera di Mastrovito fa un passo in avanti, porta le vicende del giovane Hutter, prima nella Aleppo di una disastrata Siria, poi in una New York terrorizzata dall’invasore estero, o peste nera, se vogliamo allargarci ai parallelismi.
NYsferatu non è solo un adattamento moderno di uno dei film horror più famosi di sempre, ma anche un vero omaggio animato al cinema muto, sia nelle musiche sia nell’animazione che mima addirittura lo sfarfallio delle pellicole di un tempo. Forse la ridondanza dei temi, già battuti, la conoscenza con l’opera di Murnau e la tecnica d’animazione non sempre eccelsa rendono il film pesante all’occhio, sebbene rimanga un progetto da stimare, se non altro per il valore storico. È un peccato solamente che il prodotto non sia molto fruibile ad un pubblico giovane, al quale grazie a film come questo si potrebbe far riscoprire i classici del cinema.
Andrea Mastrovito è un artista a tutto tondo che è stato esposto in musei come il MAXXI di Roma, il Museo del Novecento di Milano, il MART di Rovereto e altri in tutto il mondo. NYsferatu – Symphony of a Century è il suo primo lungometraggio.