Romacinemafest 2017: perché dovremmo dare una possibilità ad Addio Fottuti Musi Verdi
Probabilmente se non fossi stato costretto, non avrei mai visto Addio Fottuti Musi Verdi (AFMV), il nuovo film del gruppo di filmaker e youtuber partenopei chiamato The Jackal, di cui non sono proprio fan. Probabilmente lo avrei schedato ed archiviato nel dimenticatoio come l’ennesima operazione di marketing del solito cinema italiano, che mastica video virali a colazione e vomita fenomeni da baraccone nel mondo del grande schermo, lanciandoli a velocità supersonica nel cielo in cui, inevitabilmente come il caro Icaro, si bruceranno le ali per sempre. Beh, probabilmente avrei fatto male, perché questo film merita il rispetto e la dignità al pari delle nostre stesse opere compatriote. E forse un pelino di più.
Partiamo dal presupposto però che Addio Fottuti Musi Verdi è un film molto immaturo, sia nella recitazione e nella sceneggiatura, ma soprattutto nella regia di Francesco Capaldo, qui con ancora lo pseudonimo di Francesco Ebbasta, caro ai fan dei The Jackal. Il vero pregio di AFMV è quello però di puntare molto in alto, più in alto di quello che si aspettassero i fan più sfegatati e tutta la comunità del cinema italiano, pronto a stroncarlo prima ancora di vederlo. E invece il film dimostra, con tutti i suoi difetti di essere non solo divertente, cosa che dal gruppo partenopeo ci potevamo aspettare, ma anche di essere realizzato con tutti i crismi del cinema di intrattenimento per ragazzi che ci viene bombardato dall’altro lato dell’oceano.
La struttura della trama sceglie, forse troppo semplicisticamente di imitare le classiche commedie action avendo però l’intelligenza di rifarsi, magari involontariamente, al cinema e a quella comicità inglese di fantascienza come The World’s End di Edgar Wright, ultimo capitolo della superlativa trilogia del cornetto, oppure cogliendo appieno lo spirito (non proprio la profonda filosofia) dietro al romanzo prima e film dopo Guida Galattica per Autostoppisti, diretto da Garth Jennings.
L’ironia quasi mai volgare dei The Jackal, capitanati dai protagonisti Ciro Priello e Fabio Blasamo, riesce a creare un duo sinergico che si completa a vicenda. Ciro, grafico con molti diplomi o pochi soldi, incastrato in progetti poco edificanti, si fa convincere ad inviare un messaggio nello spazio dall’amico Fabio, nullafacente nerd contento di sguazzare nel mondo dei matrimoni e prediciottesimi napoletani. Il messaggio lo porterà ad essere “assunto” in un’azienda di alieni dove scoprirà in fondo che non è oro tutto quello che luccica.
La metafora non troppo velata del precariato tutto italiano si fonde quindi con la fantascienza ingenuotta dei primi Dottor Who. Il grande pregio di AFMV è quello quindi di non essere una macchietta della napoletanità nel mondo, ma di mostrare una città come Napoli, viva e dignitosa, per una volta protagonista come troppo spesso non si vede nel cinema italiano, se non nella abusata caratterizzazione camorrista.
Qui per una volta, non siamo nelle strade o nei vicoli napoletani, ma siamo in gran parte nello spazio, in una navicella spaziale. Sì lo so cosa state pensando, perché non ci limitiamo a mostrare quello che siamo in grado di fare invece di fare il passo più lungo della gamba? Perché altrimenti non avremmo visto un film così ambizioso sotto ogni punto di vista visivo. Gli effetti speciali sono pienamente in grado di reggere il confronto con molte delle produzioni di fantascienza europea, mentre le scenografie, volutamente sopra le righe, omaggiano una fantascienza retro e intelligentemente sopperiscono alle carenze produttive.
In conclusione, non mi sarei mai aspettato di trovarmi nella condizione mentale di scrivere di questo film, ma vorrei realmente promuovere un prodotto del genere, contro tutte le opinioni negative che stanno fioccando. Promuovo questo film sicuramente non per molti aspetti tecnici, perché completamente immaturo sotto ogni aspetto, ma per la sua genuinità e nel coraggio di questi ragazzi, e dei produttori, di realizzare un film vero, realizzato da veri appassionati di cinema, che non sia solamente una macchietta dei video da 30 milioni di visite su youtube. E soprattutto un film che ci fa scordare completamente il progetto gemello completamente fallimentare sotto ogni aspetto come Game Therapy.